La chiesa di San Martino
L’antica chiesa di San Martino era stata costruita probabilmente prima dell’anno Mille.
Fra i documenti scritti relativi ai secoli XI e XII c’è una citazione, che porta la data 1177, “…nella canonica di Sancti Martini de loco Euruno”. C’era quindi una canonica, abitazione del parroco annessa alla chiesa, a testimonianza dell’importanza della parrocchia e della comunità inverunese.
Ci furono ampliamenti e rifacimenti nel lento trascorrere dei secoli. Una nuova chiesa, eretta sulla precedente di cui si conservarono la cappella maggiore e la torre del campanile, fu ultimata nel 1604. In essa esisteva una cappella dedicata a San Carlo Borromeo, nella quale si ammirava un grande quadro, rappresentante l’effige dello stesso santo, opera attribuita al pittore Giulio Cesare Procaccini. Vi era pure un organo con cinque registri, con annessa cantoria.
La chiesa di San Martino venne ristrutturata e ampliata altre volte.
Nell’anno 1605, il cardinale Federico Borromeo visitò la pieve di Dairago e il 20 novembre giunse in visita pastorale a Inveruno. Dagli atti della visita si legge che la chiesa di San Martino era lunga poco più di 15 metri e larga circa 10 metri e mezzo. Sotto il pavimento della chiesa, come si usava allora, c’erano 19 sepolcri, tombe di personaggi notabili.
A causa dell’aumentata popolazione la chiesa di San Martino fu ampliata nel periodo 1885-1887. I lavori di ampliamento ed altri fattori minarono la stabilità dell’edificio e pertanto negli anni successivi si resero necessarie la demolizione della struttura esistente e la costruzione di una nuova chiesa. Il Cardinale Andrea Carlo Ferrari, Arcivescovo di Milano, consacrò il nuovo edificio il 23 novembre 1901.